Tulero | Olio motore – la viscosità in pillole
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Olio motore – la viscosità in pillole

Olio motore – la viscosità in pillole

Tra i tanti parametri che caratterizzano un lubrificante, uno dei più conosciuti e citati è la viscosità.
Come spesso accade per le cose famose, sulla viscosità se ne sentono e se ne dicono di ogni genere. C’è chi dice che è lo “spessore dell’olio”, altri la associano alla densità (un olio molto viscoso è spesso definito molto “denso”) e così via.

La viscosità è la capacità di un qualsiasi fluido, quindi anche di un olio, di “scorrere su sé stesso”.
In modo un po’ più intuitivo potremmo anche dire che è la resistenza che oppone a questo scorrimento.
Immaginate che uno strato di olio sia come un libro, fatto da tante pagine che sono gli “straterelli” di olio: se provate a incurvare il libro, le pagine strisciano le une sulle altre per seguire la deformazione. Lo sforzo che le pagine fanno per strisciare le une sulle altre è analoga a quella fatta dagli “straterelli” all’interno dell’olio.Quanto più un olio è viscoso, tanto più grande è la resistenza che oppone a questo scorrimento.

Nel motore di un’auto, qualsiasi elemento che oppone resistenza porta inevitabilmente a consumare di più. Ecco perché con il passare degli anni l’industria automobilistica ha impiegato lubrificanti con viscosità sempre più basse: se l’olio è meno viscoso, la macchina consuma (e inquina) anche meno.
Ma come si misura la viscosità? La viscosità di un fluido si misura in “centistokes (cSt)” o in “centipoises (cP)”, ma così come a nessuno verrebbe in mente di andare dal farmacista a chiedere del perossido di idrogeno per avere dell’acqua ossigenata, anche per i lubrificanti non chiediamo un olio che abbia una viscosità di 70 centistokes, ma un 5W30.
Infatti, per rendere le cose semplici a chi utilizza un lubrificante, diversi decenni fa l’ente americano SAE (Society of Automotive Engineers) ha definito i “gradi” di viscosità, che danno un’idea immediata di quanto un lubrificante sia viscoso. Sono i famosi 0W, 5W, ma anche SAE 30, 40, ecc.
Questi gradi non sono altro che dei nomi, delle categorie che identificano una certa tipologia di lubrificante. I numeri che compaiono non hanno nulla a che vedere con grandezze fisiche del lubrificante quali densità, temperatura o altro.

Per aiutarci ancora di più nella identificazione degli olii, la SAE ha anche definito che le “categorie” da utilizzare per gli olii motore vanno da SAE 0W a SAE 60, mentre quelle per gli olii delle trasmissioni vanno da 70W a 140: in realtà la viscosità è praticamente la stessa tra un 10W-40 ed un 75W-90 ma gli olii hanno un nome diverso perché hanno impieghi diversi.
Possiamo allora usare un 10W40 al posto di un 75W90? Come si dice: “meglio di niente!”, cioè piuttosto che far muovere una trasmissione senza olio, è meglio metterne uno con la stessa viscosità. Però un olio trasmissione deve svolgere un compito diverso da quello di un olio motore e quindi, anche se ha la stessa viscosità, viene prodotto con degli additivi capaci ad esempio di ridurre l’usura degli ingranaggi, additivi che invece non sono presenti in un olio motore in quanto non necessari. Se ricorriamo ad un 10W40 per una trasmissione, inevitabilmente avremo un’usura ben maggiore degli ingranaggi.

Anche per la viscosità, vale la regola generale di utilizzare quella richiesta dal costruttore: ogni motore ha bisogno dell’olio con il quale è stato progettato; se si usa una viscosità diversa da quella richiesta dal costruttore, il risultato sarà un peggioramento delle prestazioni e/o un danneggiamento del motore.